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bianca, si ricorse pure ai fucili. La fine sarebbe stata assai più deplorabile se l’uffiziale di guardia della caserma al Monte, persona energica e bene affetta al Corpo, non fosse riuscito ad impedire a circa 180 uomini, che colà trova vansi, di uscire armati per vendicare l’insulto e difendere i loro camerata e concittadini. Vi furono un Francese e un sarto romano morti.

I feriti furono in buon numero da ambo le parti.

Un gallo, perseguitato da un Italiano, armato di bastone, che, per meglio fuggire, si raccomanda strettamente alla schiena di una lepre, è la satira in disegno che fu trovata attaccata presso piazza Barberina, nel dì 30 aprile, col motto: «30 aprile, ai Francesi».


9. — Per le frequenti e deplorabili risse avvenute tra Francesi e soldati romani, uscì l’ordine che all’Ave-Maria in punto debbansi questi ultimi ritirare al quartiere. Molti, nella sera dei 5, trasgredirono una tale disposizione e vennero carcerati.

Intanto, non vedendosi punto tranquillo il basso popolo di Regola e di altre contrade, per il fatto di domenica, si attivarono molte e numerose pattuglie di carabinieri, dragoni, pontifici ed altre di Francesi composte di 30 o 40 uomini.

Nella sera dei 5, in Trastevere, vi fu un altro trambusto a cui prese parte il popolo adoperando l’arma dei sassi nella quale sono valentissimi. Furono anche gettati dalle finestre proiettili contro i Francesi.