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tani sospetti politici, o che non siano provveduti di regolari carte di permanenza. A molti individui, i quali, dai piccioli paesi, si volevano recare in Roma, per passare il carnevale, come di costume, in quest’anno fu vietato.
I repubblicani formarono il progetto di essere lontani dal Corso durante il carnevale. I più agiati se la passano in campagna; gli altri a passeggiate democratiche, fuori delle porte.
Uno di questi non dubitava di dire che poco più tempo restava ai divertimenti per i neri, mentre a maggio le cose si sarebbero cambiate stabilmente, ed a quell’epoca riportavano il carnevale loro.
Anche in quest’anno si dice che vi sieno persone prezzolate nella Polizia le quali avrebbero lo scopo di destare il brio nel basso ceto e studiare lo spirito pubblico. Si fanno ascendere ad un centinaio, fra sbirri ed altri soggetti della stessa tempra. Si aggiunge, finalmente, che la suddetta comitiva si produrrà con mascherata avente il fine di procurare di far cadere nella rete i poco cauti, i quali li seguiranno in qualche finto movimento semi-politico.
24. — Le guerre di confetti tra soldati francesi e romani, assumendo un carattere serio, per reciproco abuso, un Ordine del Giorno proibisce ai primi di prender, d’ora in poi, parte a tale divertimento.
A ciò aggiungasi che, nei giorni 25 e 26, furono lanciati ai Francesi molti mazzetti di fiori con sassi, più alle dame, sì francesi che romane, biglietti stampati contenenti nomi di signore cognite, fatte segno