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Sembra che il suddetto stampato abbia per oggetto una risposta al Messaggio del presidente della repubblica francese, dando così (com’esso s’esprime) un reale rendiconto della condizione attuale dello Stato pontificio per norma di coloro che, nell’Assemblea francese, non si vergognano di difendere da quella tribuna, il dispotismo teocratico della Corte di Roma1.

La Polizia, avendo conosciuto che delle medesime si faceva una numerosa diramazione, procurò andare sulle tracciò dei depositi, presso gli individui più sospetti.

Nella mattina dei 23 corrente, per tale oggetto, fu carcerato il conte Canale di Terni, abitante al palazzo Mazio sulla via di Ripetta.

La Polizia è stata informata che ne sono in giro 2000 esemplari. Di questi ne furono inviati al Santo Padre, al cardinale Segretario di Stato e ad altri distinti personaggi.

È noto che, con qualche cautela, furono dispensati anche per il Corso, e che sono stati letti nelle pubbliche botteghe.


  1. A sbugiardare costoro, scese, allora, in campo anche Giuseppe Mazzini con una eloquentissima lettera diretta ai ministri di Francia Tocqueville e Falloux, i quali, per difendere il Governo pontificio, avevano fatto segno delle loro calunnie la rivoluzione romana, e «un intero popolo, buono, valoroso e notabile per affetto all’ordine e abitudini di disciplina, tramandate ad esso dagli antichi suoi padri».