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tante alla Francia1, quindi fu visto pubblicamente, per il Corso, alla testa di una mano di pazzi che insultavano le truppe francesi, nel loro ingresso in Roma2.

Fuggì da Roma con il principe di Canino. Arrestato a Civitavecchia, fu poi tradotto a Roma per essere giudicato.

Nel dì 24 andò la causa. Poco prima, essendo la sala del Consiglio, nel palazzo dell’Accademia Ecclesiastica, piena di spettatori, egli passeggiava, pubblicamente ed allegramente, sotto braccio ad alcuni uffiziali francesi, ch’erano appunto i suoi giudici.

Il risultato fu d’essere stato dichiarato innocente, e nulla constare dei capi d’accusa. Gli spettatori uscirono in strepitosi applausi ed evviva. Ieri partì per Civitavecchia, dove si procurò un pronto imbarco.


28. — Nel giorno 26 l’impresario francese del teatro Metastasio emise i manifesti per un’altra festa in maschera nella sera.

Dietro però gli inconvenienti e gli scandali avvenuti nella precedente festa, il Governo pontificio ordinò che si strappassero i manifesti dalle cantonate, si

  1. Il proclama era sottoscritto da tutta la Commissione delle barricate, di cui facevano parte, col Cernuschi, il Cattabeni, il Caldesi, e l’Andreini. Il periodo al quale allude il Roncalli è il seguente:
        «La Repubblica francese volle immergere nel cuore della Repubblica romana un pugnale, mentre gli Austriaci e i Borboni ne torturavano barbaramente le membra».
  2. Abbiamo detto altrove che il Cernuschi cercò, in quel giorno, di frenare, anzichè di eccitare il popolo; aggiungiamo qui che sono false le altre accuse, sparso allora dai clericali contro lui e che il Roncalli accolse nel suo Diario.