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Nella stessa notte del 31 giunse una staffetta a Mons. Segretario del Concistoro, proveniente da Gaeta.

S’ignora l’oggetto.

Il Principe Massimo, che fu tolto dal suo impiego alle poste, è nuovamente partito per Gaeta.

Al Gesù, nell’ultimo dell’anno, vi furono i soliti vesperi. Si videro alcune panche ornate e privilegiate, e tutti erano in curiosità di conoscere da chi sarebbero occupate in luogo dei Cardinali. Poco dopo vi si assidettero la Giunta di Stato ed il Ministero per assistere al Te Deum, in rendimento di grazie per la Costituente.

La nomina di Masi1, a Generale della Civica, portò malcontento nell’ufficialità. Alcuni rinunziarono ai ai loro gradi; altri si limitarono a rappresentare al Ministro dell’Interno, che tale nomina non era di

  1. Luigi Masi, segretario del principe di Canino, fu caldo patriota e chiaro poeta. Della Guardia Civica era stato prima generale il principe Rospiglioli, poi, avendo questi rinunziato, il principe Aldobrandini, al quale, per elezione, era succeduto Giuseppe Gallieno. «Ma, per quanto fosse popolare il Masi, per quanto fossero ammirati e lodati i suoi talenti letterari, un grido universale di disapprovazione si sollevò a questa scelta, e colonnelli e maggiori e molti altri officiali superiori fecero sentire che ove avesse accettato il Masi, essi avrebbero mandato le loro rinunzie». (Spada. Storia della rivoluzione di Roma e della restaurazione del Governo Pontificio dal 1 giugno 1846 al 15 luglio 1849. Firenze, Pellas, 1870, iii, 67). Il Masi rinunciò con lettera da Senigallia del 5 di gennaio, e in sua vece fu eletto il duca Cesarini. Ma se non si volle il Masi, perchè troppo democratico, non piacque il Cesarini perchè troppo aristocratico, e fu eletto il generale Ferrari, già comandante della milizia pontificia sui campi lombardi.