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170 | diario roncalli |
La cavalleria li caricò e così la turba si disperse.
Si osservò che l’ex-triumviro Armellini si godeva tranquillamente il passaggio delle truppe francesi dalla sua loggia.
Di quando in quando udivansi urli, fischi, e vedevansi persone che, atterrite, fuggivano il pugnale che puniva l’imprudenza di coloro che si abbandonavano, inconsideratamente, alla gioia dell’ingresso dei Francesi ed all’impazienza di conversare con essi.
Tranne le bande suddette, la oittà è divenuta vero deserto. Tutte le botteghe, i caffè, ecc. sono chiusi. Sono pure chiusi il Quirinale, il Pincio e il Palazzo Fiano, dov’è il Circolo Popolare.
Sorprende che il generale Oudinot abbia fatto fare l’ingresso alle truppe senza farlo precedere da un proclama.
Varii uffiziali nostri si sono dimessi per non tornare a servire il Governo pontificio.
4. — Ieri furono uccisi anche un prete ed un vignarolo perchè erano accompagnati ai Francesi.
Ai Monti fu ucciso un Francese, ed altro, disarmato , fuggi.
Due donne del basso volgo furono stilettate perchè avevano avuto commercio con i Francesi1.
- ↑ Qui il Roncalli narra nuovamente l’accoglienza che i Romani fecero al generale Oudinot ed ai Francesi colle seguenti parole:
«Fu ricevuto, per il Corso, con urli, fischii e colle grida di Morte al generale Oudinot, morte a Pio IX, morte ai croati-francesi, evviva la repubblica romana.
»Gli schiamazzi furono assai più minacciosi al caffè Nuovo ed a quello delle Belle Arti. A quest’ultimo sventolava la bandiera