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1849 | 169 |
L’abate Perfetti fu balzato dalla carrozza e percosso fortemente. Un individuo cavò uno stiletto, glielo ficcò nel petto, e poscia, asciugatolo del sangue, lo ripose nel fodero.
L’abate Perfetti si trascinò pochi passi e poi fu condotto all’ospedale al Quirinale1.
Oggi, alle 6 pomeridiane, il grosso dell’esercito francese entrò nella città sfilando da porta del Popolo per il Corso, accompagnato da urli e fischi di alcune centinaia di parsone che, percorrendo le strade, gridavano si chiudessero finestre, botteghe, e Morte agli amici dei Francesi2.
La truppa occupò le più importanti posizioni e poco si curò di tal ricevimento.
Dal caffè delle Belle Arti uscì un individuo (Cernuschi) con una bandiera tricolore gridando Viva la Repubblica Romana; molti altri, unitisi a lui, si misero in marcia con i Francesi3.
- ↑ Quantunque il Roncalli abbia narrata prima quest’aggressione, pure noi riportiamo qui il nuovo racconto ch’egli ne fa perchè contiene maggiori particolari.
- ↑ Il Torre dice che un assembramento di popolo sopraggiunse in piazza Colonna dal caffè Nuovo.
S’udirono anche le grida di Morte a Pio IX, morte ai preti, viva la republica romana, viva la povera Italia, via gli stranieri, morte al cardinale Oudinot. - ↑ Contrariamente a ciò che narrano il Roncalli e lo Spada, il Torre asserisce che «il Cernuschi si affanna ad impedire colla parola e co’ gesti quell’inutile dimostrazione» (op. cit., II, p. 284). E il Rusconi asserisce che «Enrico Cernuschi, che era in quel momento l’uomo più popolare che fosse a Roma, dovette adoperarsi con tutte le forze a trattenere il popolo che voleva irrompere» (op. cit., II, pag. 199).