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» Crediamo scorgere, non ufficialmente, che una delle principali vertenze fra il Municipio ed il generale Oudinot concerne l’esercito e il suo allontanamento in tutto, o in parte dalla città.

»Noi non formiamo che un doppio voto, e sentiamo debito di cittadini di riehiamarvelo. L’esercito rimanga intatto; e nessuno fra noi dimentichi che, anche dopo aver ceduto alla Francia, un altro nemico rimane tra noi da combattersi, nemico mortale, col quale non è possibile transazione alcuna, e che a questo dovremmo pensare.

Vostro aff.mo
G. Mazzini».



La lettura della medesima irritò l’Assemblea, e qualcuno disse che, alla fine, si era tolta la maschera di viso.

Intanto fu nominato un altro Triumvirato, composto di Mariani, Calandrelli, Saliceti.

Da ieri sera non s’intese più un colpo di fucile. La tranquillità brillò nel cuore di tutti.

Per i cantoni si vedono inviti, manoscritti, indicanti il contegno severo che debba tenersi coi Francesi quando saranno entrati; cioè che dove un sol Francese si presenti si sgombri il luogo.

S’impose ai bottegai, aventi iscrizioni in francese, di abbassare le loro mostre.

Ad onta però che la resistenza sia cessata col decreto dell’Assemblea, pure, a tutto questo momento, (10 della sera) in Trastevere ed in altri punti si lavorano forti e barricate1.


  1. Nelle ore pomeridiane del giorno 2 si distrussero i parapetti del ponte Quattro Capi. Ciò fu opera del Mazzini e de’ suoi, che speravano di poter ancora opporsi all’entrata dei Francesi.