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 1849  147

Alcuni battaglioni civici hanno diretti indirizzi al Municipio tendenti ad una capitolazione coi Francesi.

Questa mane i Francesi ritornarono l’acqua al Fontanone di S. Pietro in Montorio.

Il danno, in sostanza, era stato più per loro, poichè si erano allagati i campi circonvicini, che per noi, che tanto abbondiamo di acque.


25. — La notte scorsa fu passata bastantemente tranquilla circa il bombardamento.

L’inimico, sulla mezzanotte, lanciò qualche bomba più dirette verso le mura per disturbare i nostri soldati, che sulla città. Esse però non recarono alcun danno.

Nessun movimento interessante.

Questa mattina un parlamentario inglese si recò al campo francese1.

Il capitano Laviron2, del reggimento straniero, si affacciò alla barricata per vederlo andar via. Un Francese lanciò una fucilata sul capitano Laviron,

    pato al tentativo di Gioacchino Murat e alla rivoluzione napolitana del 1820. Emigrato da Napoli, aveva combattuto in Algeria e in Ispagna. Nominato, il 23 Marzo, 1848, generale dell’esercito pontificio, rimase sino al 9 dicembre di quell’anno in Venezia, poi, tornato a Roma, venne eletto generale della Civica romana e ispettore dell’esercito della republica.

  1. Era l’agente consolare inglese Giovanni Freeborn, al quale, come agli altri agenti consolari, s’era rivolto il Magistrato romano per protestare contro il bombardamento «così barbaro contro la Città monumentale per eccellenza». (Monitore Romano del 24 giugno, 1849).
  2. Era francese e capitano dello Stato Maggiore.