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svizzeri, in men di mezz’ora, con tanta destrezza, tre glie ne smontarono, uccidendo varii artiglieri, ed obbligando il rimanente alla fuga1.

La giornata fu passata con poco cannoneggiamento.

L’Assemblea proseguì anche stamane a discutere la Costituzione.

Il di 22 fu riconosciuto alle barricate un sacerdote vestito da Civico.

Fu arrestato; gli fu trovata una pianta esatta delle nostre posizioni e della forza numerica che le guardava.

Considerato dal generale Garibaldi che quegli era un emissario francese, ne ordinò la fucilazione, che fu tosto eseguita.


  1. Il Torre narra che i Francesi, dopo aver tirato dodici colpi colla batteria X e colla nuova XI, dovettero cessare il fuoco, perchè i nostri interamente conquassarono quest’ultima. Aggiunge che i cannoni romani erano diretti dal tenente Storari, dal maresciallo Grimaldi e dal brigadiere Maccaferri. (Torre, op. cit., II, pag. 245).
          Il Manara mandò su questo fatto il seguente rapporto:
          «Questa mattina (24 giugno) il nemico scoprirà sulla breccia una batteria di quattro pezzi.
          » In pochi momenti era rovinata, distrutta dal fuoco delle nostre batterie, di cui ogni colpo era fatale agli artiglieri ed al materiale del nemico. Ha dovuto cessar subito il suo fuoco, e noi potrà riprendere se non costruendo una nuova batteria.
          » Fatto padrone di alcuni palmi di terreno per sorpresa, non per valore, si trova ora serrato in quel piccolissimo spazio — esposto al fuoco continuo delle nostre artiglierie concentrate verso quel punto — racchiuso dalla nostra seconda linea di fortificazione, più della prima propizia ed insuperabile pel gran numero di soldati che la guardano e pel fuoco incrocicchiato delle nostre batterie.
          » Il nemico non può avanzare contro il nostro campo trincerato se non venendo a morte certa».