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Oudinot non vi aderì e dichiarò che non solamente considerava rotta ogni tregua, ma avrebbe assalito la città, non però prima di lunedì (4 corr)1.

Ai 27 maggio scorso sbarcarono a Gaeta 4000 Spagnuoli comandati dal generale Cordova.

Il re di Napoli somministrò loro cento muli, e mise a disposizione del loro generale il tenente colonnello Nunziante ed una porzione dei cacciatori a cavallo.


3. — L’attacco dato dai Francesi a porta S. Pancrazio è incominciato allo 4 antimeridiane di questa mattina e terminò alle 8 pomeridiane.

Il suddetto fuoco fu sempre continuato e non mai interrotto, tanto di moschetteria che di cannone.

Alle 9 pom. s’intese qualche altro fuoco di moschetteria; ma poco dopo cessò.

Il numero dei feriti è assai grande da una parte e dall’altra, quello dei Francesi però è assai maggiore.

Intanto dalle finestre si gettarono in gran copia biancherie e materassi per i feriti.

Sinora si conobbe che il numero dei nostri feriti ascende a 3302.


  1. L’Oudinot venne meno alla sua promessa, e assalì Roma all’alba del giorno 3. La lettera del generale Roselli è del primo di giugno e la risposta e di pochi minati dopo.
          Della sua mala fede aveva già dato prova il generale francese quando, pochi giorni prima, approfittando della tregua, aveva d’improvviso occupato le alture di Monte Mario.
  2. Furono invece 500. Vedi Torre, op. cit., II, pag. 184.