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1849 | 119 |
Oudinot non vi aderì e dichiarò che non solamente considerava rotta ogni tregua, ma avrebbe assalito la città, non però prima di lunedì (4 corr)1.
Ai 27 maggio scorso sbarcarono a Gaeta 4000 Spagnuoli comandati dal generale Cordova.
Il re di Napoli somministrò loro cento muli, e mise a disposizione del loro generale il tenente colonnello Nunziante ed una porzione dei cacciatori a cavallo.
3. — L’attacco dato dai Francesi a porta S. Pancrazio è incominciato allo 4 antimeridiane di questa mattina e terminò alle 8 pomeridiane.
Il suddetto fuoco fu sempre continuato e non mai interrotto, tanto di moschetteria che di cannone.
Alle 9 pom. s’intese qualche altro fuoco di moschetteria; ma poco dopo cessò.
Il numero dei feriti è assai grande da una parte e dall’altra, quello dei Francesi però è assai maggiore.
Intanto dalle finestre si gettarono in gran copia biancherie e materassi per i feriti.
Sinora si conobbe che il numero dei nostri feriti ascende a 3302.
- ↑ L’Oudinot venne meno alla sua promessa, e assalì Roma all’alba del giorno 3. La lettera del generale Roselli è del primo di giugno e la risposta e di pochi minati dopo.
Della sua mala fede aveva già dato prova il generale francese quando, pochi giorni prima, approfittando della tregua, aveva d’improvviso occupato le alture di Monte Mario. - ↑ Furono invece 500. Vedi Torre, op. cit., II, pag. 184.