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I primi risultati intanto sono naturalmente una cessazione di fatto di ostilità da parte dei Francesi. Abbiamo immediatamente chiesto l’allontanamento dai posti che più direttamente minacciano la città. Il generale Oudinot si era proposto di assalire oggi la città.

Mazzini».



          «Le autorità romane funzioneranno secondo le loro attribuzioni legali».
          «Mazzini, a nome dell’Assemblea, rispose al signor Lesseps che il suo compromesso non avea potuto essere accettato, che l’Assemblea avea notato lo studio con cui le parole Repubblica romana erano evitate nel primo articolo; che in fatto di guarentigie esso non ne offeriva di più di quelle che annunziavano gli atti del generale Oudinot prima del 30 aprile; che non si sapeva intendere perchè si volesse a viva forza occupar Roma, che mirabilmente sapea presidiarsi da sè; e che avea contribuito a far respingere quel compromesso la diffidenza suscitata nel paese pel modo col quale si comportavano i Francesi, che, approfittando della tregua, venivano sempre più restringendosi intorno alla città. Terminava Mazzini dicendo che il Triumvirato avrebbe spedito al campo un nuovo progetto, che, se non corrispondeva alle legittime speranze di Roma, poteva almeno allontanare un conflitto fra le due repubbliche.
          » Quel nuovo progetto che il sig. Cass, ambasciatore americano, recò al generale Oudinot, non fu preso in considerazione, perchè parlava in ogni articolo della Repubblica romana che il Governo francese non aveva riconosciuta e con cui, per conseguenza, non volea trattare. Esso non differiva, d’altra parte, essenzialmente dal compromesso del sig. Lesseps che rapporto all’entrata dei soldati francesi in Roma». (Rusconi, op. cit., 11, pag. 41 e segg.).
          Il 29 di maggio il Lesseps e l’Oudinot mandarono un ultimatum che non fu accettato. Il Triumvirato presentò un’altra proposta. Una nuova ne mandò il sig. Lesseps, che fu accolta dal Governo della repubblica; ma, avendo rifiutato il generale Oudinot di aderirvi, si ricorse alle armi.