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tare lo scherno dei Barbareschi che ne saccheggiano audacemente il litorale adriatico e mediterraneo, cedere davanti ai tumultuanti di Rimini e d’Ancona, che ne avevano cacciato tra i fischi il Delegato. Ogni piccolo incidente di simil genere getta l’allarme e lo spavento in ogni angolo; il nostro stesso Diarista non nasconde nelle sue notazioni l’interno orgasmo che cagionavano simili fatti: ai primi di marzo 1817 i lavoranti della Stamperia Camerale si rifiutarono di proseguire i lavori, intimando che venisse loro prima assicurata una paga mensuale, ed egli, con parole gravide di spavento, nota a questo proposito che in Roma vi è stata una specie di cospirazione; e quando, più tardi, i garzoni macellai fecero una consimile manifestazione, ritirandosi inoperosi sopra il monte Pincio, lo stesso spavento s’impossessò dei cittadini e dell’autorità. Ma non era la sola classe operaia che disturbava i pacifici sonni del Governo Pontificio, «Questa mattina, così troviamo nel Diario, il 6 Giugno 1820, di buon ora, essendosi ammutinati i ragazzi e ragazze dell’Ospizio S. Michele, dopo aver commesso delle insolenze contro il presidente di quel luogo Pio, Monsignor Olgiati, e gettati dei sassi alle sue finestre, si sono avviati, portando avanti la Croce, verso Monte Cavallo, e propriamente dal Card. Segretario di Stato, visitatore apostolico dell’Ospizio, il quale ha ammessi solo alcuni degli uomini, annunziando che oggi dopo pranzo si sarebbe recato personalmente a S. Michele, come ha fatto, non sapendosi ancora bene quali siano le provvidenze che abbia prese. Si dice che il malcontento abbia per cagione il poco buon trattamento ed anche il cambiamento fatto di recente del Maestro di casa».
I piccoli ribelli furono presto domati, ma la sollevazione costituzionale napoletana, scoppiata un mese dopo, ebbe non piccola ripercussione nello Stato Pontificio e mise l’Autorità in grande spavento; le stragrandi misure prese e l’arrivo delle truppe austriache scongiurarono la rivolta temuta, ma le manifestazioni isolate contro l’autorità seguitarono anche dopo con un crescendo impressionante.
Nel giorno 20 marzo 1823 Monsignor Cristaldi, Tesoriere, avendo saputo che doveva tenersi nel cortile della Sapienza una adunanza di studenti, mandò colà alcuni soldati; ma, riscal-