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più o meno focosi, nei loro ricchi abiti neri pontificali, volgendo gli occhi a destra e a sinistra in cerca di qualcuno. E sfilano i belli e azzimati monsignori, mentre al passaggio del corteo il forte di Ponte S. Angelo fa i saluti rituali.

Dopo la bella sfilata dei monsignori, segue quella dei cappellani, dei camerieri segreti, degli scudieri colle loro cappe superbe, e finalmente quella di dodici palafrenieri e quattro garzoni di scuderia con torcie: la cavalcata era passata. Dietro procedeva lentamente una carrozza con tiri ad otto cavalli, altre due con tiri a sei ed infine un numero infinito di carrozze private. Un grosso distaccamento di truppa civica ed uno squadrone di Cavalleria pontificia, con tamburri e banda, chiudeva il corteo.

Giunto in S. Pietro, il corpo della Regina venne rinchiuso in tre casse e consegnato al Parroco, dietro regolare atto, e poco dopo fu calato con le corde nella Confessione, ove venne riposto in luogo deposito.

Nel 5 agosto dello stesso anno, questo, scortato da dragoni pontifici, venne inviato a Gaeta per essere imbarcato alla volta della Spagna, insieme all’altro di Carlo IV, suo marito, morto a Napoli poco dopo la sua consorte.


La visita di S. M. Francesco primo.


Roma è stata la meta in ogni tempo di reali pellegrinaggi; nessun popolo quanto il romano ha mai potuto vedere, entro le mura della propria città, un numero così vario e grande di Principi, di Re, d’Imperatori, eppure il popolo romano, avido di feste e di divertimenti, accorreva sempre in folla ogni qualvolta se ne annunziasse qualche arrivo. E numeroso si riversò la sera del 2 aprile 1819, nella via del Corso e fuori porta del Popolo, aspettando ansioso l’arrivo dell’Imperatore d’Austria. Qualcuno, ricordando le grandiose feste fatte nella venuta di Francesco II, ne aspettava di più solenni, qualch’altro di natura più entusiasta preparava le mani agli applausi. Gli appartamenti del Quirinale, destinati agli ospiti, erano stati preparati con gran cura. Il Cardinal Consalvi dette loro, al primo arrivo a