Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
— 52 — |
Uno squadrone di carabinieri a cavallo, seguito da tamburi scordati, coperti di nero e dalla banda del distaccamento di fanteria e dei granattieri, i quali seguivano coll’insegne del cipresso nel berrettone, aprivano mestamente il corteo. Lunga e monotona seguiva poscia la sfilata degli istituti pii, delle confraternite, degli ordini religiosi regolari, quindi i Parroci di S. Pietro e S. Susanna, i musici cappellani, gli alunni del Seminario di S. Pietro, ed ultimi in pompa magna i Capitoli di S. Pietro e S. Maria Maggiore, tutti con candele accese, alternanti mesti salmi. La folla era grande ed a stento si poteva tenere indietro, ma l’imponente gruppo che sopraggiungeva la costrinse suo malgrado a lasciar libero il varco. Duecentosessanta fratelli, presi ugualmente dalle accennate confraternite, con torcie sollevate in alto, procedevano lentamente a quattro a quattro; altri duecento seguivano in egual modo a poca distanza, indi un coro di Cantori in veste talare, due Volanti, due Guardaportone, due staffieri con ombrello sotto braccio, altri con torcie; in mezzo poi a tutti questi, contornato dalla Guardia Svizzera, veniva trasportato il gran letto con coltre d’oro, su cui riposava il cadavere.
I quattro lembi erano sorretti da principi Romani, Grandi di Spagna: il principe di Piombino, Barberini, Giustiniani ed Altieri; ai fianchi del letto procedevano il Cavallerizzo maggiore ed il Maggiordomo; il Ministro dì Spagna ed un numero infinito di Spagnuoli di distinzione, con tutta la corte della defunta Regina, seguivano a piedi dietro il carro.
Ma ormai tutti gli occhi erano attratti altrove: la solenne cavalcata funebre della Famiglia pontificia sì avanzava grave e maestosa. L’apriva un numeroso stuolo di guardie svizzere, seguite dal loro rubicondo Capitano; due Mazzieri a cavallo con mazza piegata sull’arcione della sella e due maestri di cerimonie, parimenti a cavallo, in mantellone con cappuccio e cappello semipontificale nero, foderato di paonazzo, seguivano a poca distanza. Ecco intanto maestosamente incedente, nel suo superbo cavallo, Monsignor Antonio Frosini, prefetto dei Sacri Palazzi Apostolici, con ai fianchi Monsignor Frattini e Caprano, ambedue arcivescovi, ecco i vescovi, gli assistenti al Soglio, i monsignori, gli apostolici protonotari, tutti su cavalli