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I Francesi approfittavano di quest’acquiescenza per commettere nuovi soprusi, ma Napoleone, sebbene desiderasse ardentemente liquidare la questione romana, pure, occupato nelle cose Austro-Russe, cercava di non ridurre il Papa agli estremi, per non accrescere il numero dei suoi nemici.

Nei cittadini però cresceva sempre più l’esasperazione contro i Francesi, e contro di questi venivano ogni giorno affissi scritti satirici e minatori. Ma il Governo Pontificio perseguitò questa legittima reazione, emanando vari editti contro gli autori delle anonime satire e Napoleone, tenero a tanta attenzione, dopo aver sistemato gli affari di Austria, Russia e Prussia, rivolse la sua attenzione a Roma. Le lunghe trattative, condotte artatamente con tanta lentezza, tra lui e Pio VII intorno a varie questioni, vennero riprese con più vigore; il Papa esitava a cedere su alcune richieste, ma Napoleone, nel gennaio 1808, ruppe violentemente le trattative minacciando l’occupazione definitiva di tutte le provincie dello Stato, e la guarnigione militare in Roma, se entro cinque giorni non si mandasse dal Papa un’adesione perfetta ed intiera a tutte le domande fatte. Le risposte aspettate da Napoleone non vennero ed il due di Febbraio del 1808 la minaccia venne eseguita; la fine s’approsimava.

» 2 Febbraio 1808. — Questa mattina il corpo di truppa francese, che nella notte aveva fatto sosta alla Storta, è entrato tutto in Roma con artiglieria e in apparenza ostile, avendo fatto prigioniero il picchetto di soldati pontifici che stava di guardia a Porta del Popolo e intimata la resa al Castel S. Angelo che gli è stato ceduto con protesta. La truppa quindi si è sparsa per la città, situandosi in vari luoghi della medesima e fra gli altri a Piazza Colonna, ove si è fatta partire dalla gran guardia la truppa pontificia, subentrandovi la francese: Dopo alcune ore è stata poi distribuita in vari Conventi. Anche sulla Piazza di Montecavallo è seguito lo stesso, ma sin’ora seguita la Guardia Reale nostra e quella degli Svizzeri e della Guardia Nobile al Palazzo Apostolico. Il numero delle truppe entrate si fa ascendere a cinque mila uomini circa, il General Miollis (comandante in capo) alloggia in Casa Barberini. Questa mattina è stato affisso in vari luoghi della città un Proclama