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pastorella, mentre, tra gli scroscianti applausi di tutti gl’intervenuti, questa recitava, volto in francese, il sonetto dell’Abate Minzoni sulla morte di Cristo. Né minori furono le feste e gli onori, che l’aristocrazia volle tributare all’organizzatore Saliceti, che nel 1806 passava per Roma diretto a Napoli; la terribile Convenzione non faceva più spavento. Molti e molti altri fatti potrei qui ricordare, che Io scrupoloso Diarista non ha mancato di notare, ma quello che meglio d’ogni altro mostra che un nuovo ordine d’idee, un nuovo orientemento si veniva delineando nell’ambiente di Roma, è la riabilitazione del proscritto Voltaire. Questo dannato enciclopedista aveva, sino a pochi anni addietro, spaventato col solo suo nome, come l’apparizione del più nero dei diavoli, non solo la Corte di Roma, ma tutto il mondo cristiano; quante leggende non ne avevano falsato la fisionomia! eppure egli entra ora riverito e festeggiato tra quella società che più l’aveva maledetto; compare in attitudine di vincitore in faccia al Vaticano che l’aveva proscritto; i tempi s’erano di molto cambiati. Luciano Bonaparte, il relegato fratello di Napoleone, aveva aperto in Roma un’altra corte di fronte a quella del Papa, e, dando nelle sue splendide sale, nelle quali conveniva tutto il fior fiore della nobiltà e della prelatura, ricevimenti, conversazioni e rappresentazioni, aveva terminato col rendere simpatiche a tutti i Romani le idee che egli rappresentava. Nella sera del 6 febbraio 1806, egli invitò tutti nelle sue sale per assistere alla rappresentazione della Zaira di Voltaire e tutti accorsero senza scandalizzarsi; Luciano e la sua Signora affrontarono ogni fatica per far entrare nelle buone grazie della società romana questo grande artefice della rivoluzione, assumendo, nella rappresentazione del dramma, le parti principali; e tutti quei baroni, principi, marchesi, cardinali e monsignori d’ogni colore applaudirono freneticamente autore ed attori. Grande fu l’entusiasmo suscitato: dopo pochi giorni il forte dramma si dovè ripetere con soddisfazione e contento generale. Voltaire era vendicato; i tempi nuovi si affrettavano a gran passi.