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Seguite il Vangelo e sarete la gioia della Repubblica, siate buoni cristiani e sarete ottimi democratici»1.
Egli aveva allora 57 anni. Spettatore degli ultimi avvenimenti, s’era convinto che occorreva un nuovo orientamento nel governo della cosa pubblica, e questo comprese che volessero significargli gli applausi generali. Per far fronte alla critica situazione, in cui si trovava lo Stato della Chiesa, e riparare in qualche modo ai mali, che ne funestavano le terre, egli volle associarsi nel governo il prelato Ercole Consalvi, che egli aveva conosciuto ed apprezzato nel passato, e, dopo averlo creato Cardinale, lo nominò Segretario di Stato.
Tristissime erano in quei giorni le condizioni di Roma e dello Stato Pontificio: dopo la perdita delle Legazioni, cedute col trattato di Tolentino, i sudditi della Chiesa s’erano ridotti è vero di varie migliaia, ma l’enorme debito pubblico era restato tuttavia intero sulle loro spalle; esso ascendeva allora a 74 milioni di scudi e da tre anni non s’era pagato alcun frutto. Inoltre le vicende politiche degli ultimi tre anni del secolo XVIII avevano finito per rovinare ancora più i miseri sudditi pontifici, determinando il fallimento di molti. Coll’idea di rimediare al grave dissesto finanziario, si erano escogitate varie riforme, quale l’abolizione della carta monetata, la messa in circolazione di una grande quantità di moneta erosa di valore quasi nullo, la vendita dei beni così detti nazionali e l’introduzione degli assegnati, ma tutte queste provvidenze non ebbero altro effetto che quello di sconvolgere e dissipare maggiormente ogni cosa.
Per riparare a tutti questi mali Pio VII ed il Consalvi si accinsero ben presto all’opera con vera lena, e già nel 1800 e 1801 diedero mano ad una serie di riforme, delle quali alcune rivelano una vasta mente. Ma lo Stato della Chiesa aveva bisogno, per vivere ancora, di riforme radicali ed a queste erano contrari tutti quanti i rappresentanti delle classi privile-
- ↑ Vedi: Barnaba Mons. Chiaramonti. Lettera pastorale per la diocesi d’Imola. — Diario di Nicola Roncalli. Studio introduttivo di R. Ambrosi - vol. I. pag. 199.