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A. 1842 | — 160 — |
Lunedì 5. — Oggi (giorno destinato per il volo del Signor Comaschi) tutto è stato disposto come mercoledì scorso. L’incarico di riempire il pallone di gaz era stato dal Governo affidato ai signori Chimenti e Peretti professori di chimica; ma malgrado la loro dotta direzione ed assistenza, il pallone non si è mai arrivato ad empire perfettamente, in modo che malgrado l’essere stato sgravato, la Galleria di tutto il corredo d’istromenti, che doveva l’areonauta portar seco, ed egli medesimo fino al suo paletot, non ha potuto alle 3 che elevarsi a piccola altezza e ricadere immediatamente nel giardino della locanda già Martignoni sottoposta al Pincio, di dove (essendosi spogliato quasi di tutto quello che aveva indosso) si è tornato ad elevare ad altezza sufficiente ed è andato lentamente a discendere alla vigna Altoviti, adiacente a! fiume, in faccia a Ripetta.
Mercoledì 7. — Il Principe Borghese, piccato (per quanto si dice) per essere andati lunedì scorso, senza sua intesa, i carabinieri a perlustrare la sua villa, ove si era adunata molta gente per vedere il volo, l’ha fatta chiudere al pubblico, ammettendovi solo le persone da lui indicate.
Domenica 11. — Nella notte scorsa il corriere, che recava la corrispondenza di Napoli, è stato assalito verso le frattocchie da vari malviventi (chi dice due, chi cinque, chi otto), i quali hanno tirato vari colpi di fucile sopra un dragone della scorta, che è rimasto ferito in un braccio; il corriere però è passato, essendosi dati alla fuga gli aggressori.
Lunedì 12. — Nella notte scorsa è stato fermato anche il corriere, che veniva a Roma fra Otricoli e Borghetto, e sono stati levati i danari tanto a lui, quanto al forestiere che aveva seco.
Martedì 13. — Da ieri in qua la villa Borghese è stata riaperta al pubblico in seguito di un biglietto scritto dal Cardinal Lambruschini Segretario di Stato al Principe, nel quale si esprime dispiacere dell’accaduto, e si indica il gradimento del S. Padre se se la villa fosse riaperta.