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non é più la mia mano che la mano
di quel vento e quell’onda che non posa....
Ché senza posa come batte l’onde,
chè senza posa come vola il nembo,
sì la travaglia l’anima solitaria
a varcar nuove onde, e senza fine
nuovi confini sotto nuove stelle
fingere all’occhio fisso all’orizzonte,
dove per tramontar pur sorga il sole.
Al mio sole, al mio mar per queste strade
della terra o del mar mi volgo invano.
Vana è la pena, vana è la speranza.
Tutta è la vita arida e deserta,
finchè in un punto si raccolga in porto,
di sè stessa in un punto faccia fiamma.
Pirano, agosto 1910.