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promette in lunghi anni luminosi,
dia la sua luce presa dal futuro
al giorno natalizio, e l’illusione
moltiplicando gli finga la fame
essere un bene e vita sufficiente
la diuturna morte.
E baci e doni e la mensa imbandita,
dolci parole in copia e dolci cose,
liete promesse e guardi fiduciosi
faccian chiara la stanza familiare,
facciano schermo alla notte paurosa...
Paula, non ti so dir dolci parole,
cose non so che possan esser care,
poichè il muto dolore a me ha parlato,
e m’ha narrato quello che ogni cuore
soffre e non sa, chè a sè non lo confessa.
Ed oltre il vetro della chiara stanza
che le consuete immagini riflette
vedo l’oscurità pur minacciosa,
e sostare non posso nel deserto.
Lasciami andare, Paula, nella notte,
a crearmi la luce da me stesso,
lasciami andare oltre il deserto, al mare,
perch’io ti porti il dono luminoso.
.... molto più che non credi mi sei cara.
2 agosto 1910.