per contenuto completo quello che non è che una parte del suo contenuto; 3.° egli concede alla morte ciò che è contrario al suo concetto — la coscienza; 4.° egli parla di una felicità senza contenuto, cioè che ha contenuto solo in rapporto ai bisogni insoddisfatti della sua vita.
Egli crede di poter acquistarsi la felicità, di poter passar lui con la sua coscienza dalla infelicità alla felicità, passando con un atto violento dalla vita alla morte.
Il suo non è pessimismo, cioè conoscenza del non-valore, e conseguente indifferenza, ma ottimismo, cioè fede in un valore (la felicità nella morte) sconosciuto, per solo stimolo del suo bisogno presente. Se questa fede è forte, o se egli agisce sotto la forte pressione di determinate insoddisfazioni (suicidii imponderati, atti di disperazione), egli passerà dalla vita alla morte senza saper ciò che voleva nella vita veramente, e senza sapere che cos’è la morte rispetto a questa sua volontà — come uno che per sfuggir alla minaccia delle fiere entrasse nel covo della tigre. Se egli ci penserà prima, e farà conoscenza con la morte andandola a