La prima cambiale per l’uomo è il suo corpo; poi viene la camicia con la quale è nato — e la camicia è contesta di posizione, diritti acquisiti, affetti acquisiti come i diritti. Non solo, ma anche di ciò che il socialmente povero trova già nell’atmosfera: le vie, i modi, tutto il lavoro accumulato dai secoli, e di cui i posteri godono i frutti nella vicendevole sicurezza e nella sicurezza di fronte alla natura.
E stretti alla cambiale sono schiavi di tutto ciò che la convenienza impone per poi difenderli: schiavi di ciò che per caso sia loro venuto di diritti più in sorte che agli altri, perchè altri non glieli tolga; schiavi del corpo inetto che non serve ma dev’esser servito. Sono paurosi nel fisico e nel morale, avari di sè e di ciò che credono possedere, umili, sottomessi, avviliti.
Ma d’altronde, se appoggiati dalla convenienza o per vie nascoste, senza pietà verso gli altri, prepotenti e truffatori. In una parola, gretti.
Invidia ambiziosa e umiltà, prepotenza e timor degli uomini, queste sono le virtù consacrate dalla κοινωνία, ed hanno la loro forza nel rispetto e nella più o meno acuta valutazione delle convenienze, che indica con saggio calcolo agli uomini ogni volta in che senso devono fingere — la prudente ipocrisia.
Ma quando la loro natura rompe ogni ritegno, allora abbiamo i due vizii: in chi spera qualcosa, la violenza brutale, che prende le cose solo dal lato comodo a sè, ignorando ogni lor vita autonoma, in chi è disperato, la rabbia.