a colui che l’assedia, la caccia, se ne preoccupa senza posa; a chi la compera e l’inganna, e si fa bello di ciò che non ha, cercandola per la via e nel modo come dagli altri egli vede fare, e vuol pur star con lei perchè la gente dica che ella è la sua amante. Essa arride al forte che l’ama al sole della sua libera vita, sicuro che essa a lui darà ciò che a nessun altro può dare, nè del volgo si cura cosa sia per dire.
11. N.
— Sarà bene quanto dici; e riguardo alle donne che, io come più m’affatico a decifrare e meno riesco, comincio a credere che ogni uomo forse farebbe, e fa, delle esperienze umilianti che gli fanno conoscere con dolore la verità che dici.
Ma quanto all’arte, scusa, uscendo di metafora: come pensi di poter convincere un artista che sarà artista quando avrà rinunciato alla sua arte, se la sua gioia sorge soltanto dal pensiero costante rivolto all’arte, che in ogni cosa gli fa fermare quanto gli possa servire per la sua opera, che gli suggerisce le situazioni dove riprovare l’emozione che di questa sarà la base? Se egli non ne fa tesoro, se non compie questo costante minuto lavoro, egli rinuncerà alle sue gioie più pure, nè avrà più da dove prendere materia alla sua opera.
R.
— Fin troppo m’hai convinto che invano mi proverei a distorre un artista dalla sua arte. Infatti male si vorrebbe indurre con parole un peso trattenuto da un gancio a sollevarsi, se vuol far la sua via. Ma quanto è peso pende, e