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solo in parte si volge dove gli appaia un’altra luce che il dio benevolo gli accenda. E quando vede questa, vi contende con tutta la sua violenza, finchè ancora la luce si spegne per rinascere in un altro posto. Per tal modo, prendendo la forza di tutti gli altri bisogni dell’individuo, suadendolo ogni volta con argomenti della sua stessa vita, il saggio dio lo conduce attraverso all’oscurità delle cose con la sua scia luminosa, perchè egli possa continuare. Così l’animale ogni volta vede la cosa come sua, e vi si slancia per saziar tutta la sua fame, riprendendo l’esempio dell’acqua — per cader tutto. Invece non sazia che la fame in rapporto a quella cosa; ma gode nella proprietà dell’atto tutto sè stesso. Ἄνθρωπος ἐν εὐφρόνῃ φάος ἅπτεται ἑαυτῷ. Egli s’aggira bene nell’oscurità, ma gode via via della propria luce per opera del saggio e benevolo Iddio.1
N.
— Μὰ τὸν Δία! Tu hai fatto l’apologia che io non sapevo e avrei voluto fare. Invochiamo dunque il nome del dio e sacrifichiamo ai suoi altari! Che c’importa dell’oscurità, purchè il dio ci largisca i suoi favori!
  1. Poichè senza il piacer qual più ci alletta
    vita mortale o qual poter sovrano,
    senza cui più non è
    pur la vita d’un dio degna d’invidia?