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molti deputati della camera s’ingannano sempre, chi assicura la nazione che l’inganno sia nella minorità che soccombe, e non sia nella maggiorità che prevale?
- Il Professore
- Questa sicurezza al mondo non ci può essere, e nelle cose umane ci è sempre il pericolo di qualche errore.
- Il Dottore
- Anche questo va bene; ma se per destino dell’umanità le nazioni devono contentarsi di essere esposte agli errori dei deputati, perchè non dovranno contentarsi di essere esposti agli errori meno facili e meno pericolosi dei re?
- Pulcinella
- Signor professore, perchè vi andate torcendo? Forse quando insegnate la rivoluzione, siete soliti di ragionare coi piedi, e vi travaglia lo stomaco se udite ragionare con la testa?
- Il Dottore
- In conclusione, in un regno costituzionale si gode la libertà, ma non Si può fare niente fuori di quello che è permesso dalla legge; il popolo è sovrano, ma di 75 mila parti del popolo 74999 parti ubbidiscono sempre e non esercitano mai nessuna sovranità; i deputati della nazione fanno le leggi coi voti, e non si sa se dica bene la pluralità che le approva, ovvero la minorità che le rigetta. Signor professore, dite la verità, nel regno della costituzione ci sono altri vantaggi?
- Il Professore
- Che sappia io non ci è altro.
- Il Dottore
- Quando è così, scusate l’incomodo, e non ci bisognano altre lezioni. La rivoluzione sarà bella e buona per li professori dell’università, ma tutto il resto del mondo sta peggio dopo che prima. Signor Pulcinella, andiamo per la nostra strada.
- Pulcinella
- Signor maestro, vi riverisco. Continuate a predicare la rivolta, e così sarete un uomo veramente onorato, e vi mostrerete fedele al re che vi paga per ammaestrare la gioventù.
SCENA ULTIMA.
Pulcinella, il Dottore, e la Esperienza.
- Il Dottore
- Tant’è, Pulcinella mio, la rivoluzione non è altro che una rivoluzione, e quelli ragazzacci di Bologna ci hanno burlato. Bisognerà tornare a Napoli, e avere pazienza con le fischiate.