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ed i carboni del rogo, con immersovi obliquamente un piccolo ossuario coperto da patera (fig. 7) o disco concavo-convesso per le aspersioni (entrambi d’argilla fina rossa), con cerchietti, serpentelli, anitre, animali funerei, impressivi a zone. La piccolezza dell’ossuario mi faceva certo che v’erano stati deposti gli avanzi di un fanciullo, ed in fatti quelle arse ossicciuole furono reputate dall’illustre anatomico prof. cav. Calori d’un individuo di circa undici anni.

La obliquità dell’ossuario, anzichè al caso, credo sia da attribuire a qualche superstizione: imperocchè a Villanova la notai in diciassette tombe, siccome la orizzontale in quarantaquattro, e vi si scorgevano ciottoli collocati in guisa da determinare e mantenere tali posizioni anormali.

Insieme all’ossuarietto erano otto vasi fittili di buon lavoro, ch’io schiero qui affinchè il lettore, il quale ha veduto il complesso di questa tomba, ne conosca anche tutti i particolari. Due vasi uguali sono potorii (fig. 8), forse le obbe del silicerno; ed essi e un altro a due anse, anch’egli ornato a stampo