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Nel 1857 diedi notizia di antichi sepolcri scoperti allora in Bologna, ora prendo a dirne di nuovo nel dar contezza di due monumenti notevoli rinvenuti di poi, uno dei quali appartiene ad essi sepolcri, l’altro forse li riguarda per contemporaneità. Nè stimo superfluo il riandare per intero que’ primi ritrovamenti, poichè la sopraddetta notizia, pubblicata in un periodico1 di metropoli italiana dalla quale eravamo più separati per tristizia di tempi che nol siamo adesso dalla straniera e isolana Inghilterra, dovett’essere meno conosciuta da chi poteva interessarsene maggiormente, cioè dai Bolognesi. Mancò ad essa eziandio il sussidio delle figure dimostrative, sicché il raffazzonarla, l’aggiungervi disegni, nuovi ritrovamenti ed osservazioni, mi fa sperare possa riuscire accetto a’ miei concittadini e ad ogni studioso dell’alta antichità, la: quale avvolge nelle sue tenebre la gente di questi sepolcri.

Il conte Ercole Malvasia, facendo scavare nella propria casa, già Tortorelli in via maggiore (N. 262), per

  1. Di alcuni antichi sepolcri felsinei nel vol. IV. pag. 74 e segg. del giornale napoletano Giambattista Vico.