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summo Dio et deli pontifici non li ha voluto tore lhonore cumciosia che e jurisditione et sedia patriarchale 1 visitata ogni anno quasi ut ita dicam da tutta Cristianitate per che nela chiesa cathedrale la quale e belissima ornata de richi aparati et insignita de molte reliquie de corpi sancti sono de grandissime indulgentie et maxime la septimana sancta che li e conceduta indulgentia plenaria a cui la visita. Evi un richo capitulo de canonici prebende N.° XX che valeno per una segondo le prebende et gli anni ma comunamente suol valere al anno duc. 60 in 70 vel circha luno. Evi etiam un bel monestier de donne richissimo et che dimostra la nobelta dela sua passata belleza molte ruine et antiqui epigrammi che longo sarebbe il ricontarlo. Quivi el Rev.mo patriarcha domina et mandagli chi gli piace potestate che fa raxone in civile et criminale.

Quasi per mezo Aquilea un poco a man dextra verso ponente et circha tre miglia in mare e un scoglieto che si adimanda Grado assai ben habitato et da buoni massari. El quale zia fu jurisditione et sedia patriarchale al presente la nostra

  1. Sede patriarcale. A buon dritto il Sanuto va qui enumerando i pregi del duomo di Aquileja. Prima ancora che si sopprimesse quella sede, e che si erigessero i due Arcivescovati di Udine ed Aquileja (ciò che avvenne nel 1750-1751) e più assai dopo, parecchi oggetti sacri e preziosi dal Sanuto accennati furono in Udine e altrove trasportati. Fu allora che anche il Capitolo de’ canonici si è trasferito in Udine. In quanto poi alla ricchezza del monastero di donne francescane, qui pure dal Sanuto rammentata, veggasi il Palladio T. I, p. 154, il quale assecura che anche ai tempi suoi (cioè del 1660) era cospicuo. Ma per avere un’ampia cognizione di ciò ch’era Aquileja, e che è al presente, si legga l’erudito libro: Guida storica dell’antica Aquileja compilata da Vincenzo Zandonati. Gorizia, 1849, 12.°