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tusti, che le meteore ignee, le quali di tratto in tratto apparivano nei cieli, non fossero che altrettante stelle che cadessero dalla volta celeste; epperò tenevano fermamente che le pietre cadute qua e là dal cielo, fossero, al pari di tutte le altre stelle, abitate, o meglio, animate da spiriti divini e potenti, i quali avessero impero sulle cose terrestri. Perciò queste pietre erano chiamate Betuli o Betili, che vuol dire appunto pietre animate: e l’antichissimo Betilo Fenicio si diceva figlio di Urano, perchè anch’esso era una pietra caduta dal cielo. Le pietre di maggior mole, erano, secondo quei popoli, abitate da Numi più possenti; epperciò si conservavano religiosamente nei tempi, e si adoravano con grande venerazione: le più piccole erano privatamente custodite, quali spiriti protettori o demoni domestici e di esse si servivano sovente i maghi e gli indovini pei loro prestigi.

Gli abitatori dell’Asia minore e della Grecia, credevano che le pietre cadenti fossero altrettanti simboli, che alcune divinità graziosamente inviassero all’adora-