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simi, non solo ve n’hanno di tutte le forme e dimensioni, ma inoltre se ne sono visti di tutte la densità, dal maggior grado di concentrazione (come la cometa del 1811, la quale consisteva quasi esclusivamente di un nucleo ben compatto e ben definito, simile al disco di un pianeta), sino alle nebulosità più rade ed informi, quale fu la cometa del 1652, la quale non era che un enorme massa di sostanza radissima al tutto irregolare ed eterogenca. Quindi ogni ragion vuole che, oltre codesti ammassi di materia cosmica che di tratto in tratto a noi si mostrano, altri ne esistano nei cieli, formati di parti ben più rade e più piccole, i quali sfuggono interamente ai nostri sguardi.
Ora è appunto da questi ultimi corpi cosmici, che al presente si ripetono tutte le meteore ignee nelle diverse loro manifestazioni. Queste infatti, secondo le recenti vedute teoriche, non sarebbero che particelle minutissime della stessa nateria celeste che dà origine alle comete, dalle quali differirebbero solo per le di-