Pagina:Delli componimenti diversi di Carlo Goldoni 1.djvu/135


127

Sciugliaga, ai tuoi, che de' Britanni al Fonte
32Qual bevesti non bebbi, ove s’impara?
Dir molto in poco, e dir foave; e forte.
   So, che Te al Monte vanità non spinge
Di mercar fama dalle Aonie Suore;
36Ma per diletto a quella meta arrivi,
'Ve sudan tanti penetrate in vano.
Taci di me, se numerar ti piace
I fortunati; che toccar le cime
40Del bel Permesso; é trapassato a volo
Le spine, i sterpi dell’invidia a scherno.
Io qual timida Serpe il suol radendo
Di sasso in sasso, ora allungando il collo,
44Or traendomi dietro il corpò inerme,
La via calcata di salire agogno;
Ma la cima del Monte al serpe è chiusa,
E può folo volar di balza in balza
48Canoro augel colle grand'ali a tergo.
Non mi adular; che se la Gallia industre;
La saccente Britannia; e la belligera
Alemagna converte in proprio stile
52Del mio sudor, della mia Musa i Parti
Di nuove spoglie travestiti avranno
Vita migliore dal fecondo Padre.
Tu l’avrai da te stesso; i gravi studj
56Sempre far tua delizia; or la Divina
Scienza t'accende, che l'Eterna Essenza,
E il Divin Culto, e i gran Misterj addita;
Onde meglio lodar l’Onnipotente,
60Che ti feo ricco di Virtù, e Saggezza.
Lascia il vulgo gracchiar, che non ravvisa
Mediocrità fra la Virtude, e il vizio,
E Misantropo crede il Saggio, e il Dotto.
64La mano un tempo ad Imeneo cedesti;
Libero, or di te sei arbitro, e donno,
Nè credi Amor della tua Musa indegno.
Non quell'Amor, che anime vili accende,
68D’impure voglie promotor Cupido,
Ma il faggio, il casto, il venturoso arciero,
Che il sen ferisce degli Eroi soltanto;
Quel dolce Amor, che d'un Valiero il cuore
72Unisce al cor di Vergine sublime
Di Sangue nata Gradenigo, eccelso.