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o nulla potrebbe questa crisi su di essa, che anzi dovrebbero spingersi con più sollecitudine i lavori, acciò più presto i capitali cominciassero a fruttare; a meno che non vi fosse alcuno che facesse della lentezza suo pro.

Esposto, e quasi provato così, che le strade ferrate finora concesse non hanno raggiunto o non raggiungeranno lo scopo di mantenere la capitale, e di riuscire proficue allo stato, e agli intraprenditori; fermiamoci un momento a considerare in se stesse le concessioni. Non partendo queste da un piano preliminarmente discusso ed approvato, il governo si è trovato nel caso di concedere al primo venuto, o a chi possedeva le sue simpatie, senza arrestarsi ad esaminare se altre linee potessero esservi sotto tutti i rapporti migliori delle domandate. Infatti, tutte le concessioni incominciano col dire di aver preso in maturo esame il tale o tal altro progetto, quello cioè che veniva approvato, senza dire in confronto di altri, o nella ferma persuasione che questo sia il migliore, e il solo adottabile: e quando si tratta di un solo progetto, senz’altri confronti, non vi ha dubbio che debba comparir bello e buono, quand’anche sia per di più accompagnato da magnifiche promesse e prospetti di manifesti, e da eleganti e ben disegnate piante e profili. Ma per mostrare che il governo concedente non era intimamente convinto che fra i due punti estremi, tra i quali si aggirava il progetto in approvazione, potesse effettuarsene un altro più utile e migliore, e per togliersi alla molestia che altri venisse a fare questa dimostrazione, fra gli articoli delle concessioni se ne trova uno che accorda un privilegio alla linea concessa, di non averne altre ad una determinata distanza, che servano direttamente alle medesime comunicazioni dei luoghi compresi nella linea accordata. Con questi privilegi vien leso il principio della libertà, dell’industria; e non può dirsi che il governo sia nei limiti del suo utile intervento nello stabilimento di queste opere di pubblica utilità; poichè, o è certo che l’opera decretata sia la migliore, e allora è inutile il privilegio, o non ne è certo, ed