lode ai Senesi, e al meritissimo quanto disinteressato ingegner direttore prof. Giuseppe Pianigiani) non avessero presieduto a quest’opera, forse sarebbesi arrestata nei suoi primordi, o abbandonata nel mezzo. La Maremmana, oramai immedesimata con quella rena sulla quale doveva distendersi, non ha più bisogno della nostra requiem al suo già compito funerale; checchè ne dicesse in appoggio il prof. Carmignani, morto anch’esso, in uno scritto meritamente condannato allo stato della difesa e del difensore. La Subappennina, o non sarà totalmente costruita e attivata, o quando lo fosse, sarà sempre perdente, se non altro per la concorrenza della Leopolda. La linea dell’Appennino sarà sempre di poco o nullo interesse per gli azionisti; prima, per la forte spesa d’impianto; secondo, per l’eccessiva spesa di mantenimento e di esercizio, a causa delle sue forti pendenze; a meno che non divenisse linea nazionale italiana; ciò che crediamo non dovere avvenire, avendo provato che in tal caso sarebbe dannosa all’universale, mentre il bene di tutti dovrebbe prevalere a quello di pochi. Noi pertanto abbiamo detto che, almeno per ora, queste linee non possono riuscir proficue agli intraprenditori; e se lo abbiamo detto in modo quasi assoluto, e senza dimostrazione, è perchè noi crediamo che con la dimostrazione dei fatti dei tronchi attivati, e quella che ciascuno può fare seco stesso, ponendo a base nei suoi calcoli non l’illusoria spesa presunta di costruzione, ma quella quasi certa desunta da tante linee costruite, e riportandole a località quasi identiche, e gli elementi dei profitti, come popolazione, industria, commercio ec.; debba risultare la verità del nostro esposto, senza entrar noi in dimostrazioni numeriche, e risparmiare altrui la noia di scorrerle. Forse taluno potrebbe rimproverarci di aver posto a carico della mediocrità o cattività di una linea la sua lentezza nella costruzione, o la sua sospensione; e noi converremo che anche l’attual crisi finanziera può moltissimo influirvi; per quanto riteniamo per massima, che se una di queste opere fosse di veramente certa utilità, poco