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sono veramente utili, perchè di poco o nessun prodotto, allora abbiamo distrutta una superficie non indifferente di terreno, con danno notabile dell’agricoltura, e la più gran porzione del patrimonio dei nostri nipoti.

Le concessioni delle strade ferrate in Toscana, emanate senza un piano antecedentemente discusso e approvato, non hanno, come abbiamo detto, raggiunto lo scopo, di mantenere la capitale, e di riuscire proficue allo stato e agli intraprenditori. Perchè riuscissero a mantenere nel maggior lustro sotto tutti i rapporti la capitale, bisognava che tutte direttamente o indirettamente convergessero a quella: tutte riguardano il ponente di Firenze, o la Valdarno inferiore, nessuna il levante, o la Valdarno superiore; talchè sembra che questa parte sia la Turchia della Toscana. E sì che questa parte, al pari di quella, è ricca di popolazione, di commercio, d’industria, di agricoltura; e sì che la giustizia del governo non può non concedere a questa ciò che a larga mano ha concesso a quella; e sì che per questa, o volere o non volere, dovrà un giorno correre la linea nazionale, se gl’Italiani e i Toscani vorranno conoscere i loro veri interessi, e non vorranno farsi giusto bersaglio delle censure di coloro

Che il nostro tempo chiameranno antico.

E poichè siamo in discorso di linea nazionale, fermiamoci un momento su questa ancora non domandata o non concessa.

La linea nazionale, che deve pervenire alla Toscana da Roma, non può avere altro andamento di quello superiormente indicato, perchè serva al precipuo fine di traversar la capitale, e la parte più ubertosa dello stato; non può avere altro andamento da Firenze verso Bologna, per non escludere la prima dal suo corso. Infatti, ripetendo quello che abbiamo detto in altro scritto, se la linea nazionale andasse