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studiare la pratica, la quale a quest’ora certo avrà in ogni suo aspetto considerata.

E ben più ancora la merita per aver saputo resistere alle istanze d’esteri speculatori, i quali, come abbiamo veduto alla pag. 417, eransi recati a Roma onde impetrar concessioni a nessun altro fine, fuori quello di speculare sulle azioni e dedicarsi con quel tema ad illecite speculazioni d’aggiotaggio.

La risposta che abbiamo veduto data, dimostra il prudente accorgimento di quel governo, ed i termini istessi ne’ quali essa venne formolata sono un novello argomento per sperare finalmente accolta la domanda de’ sudditi, a favore de’ quali il governo suddetto dichiarò voler lasciare il beneficio dell’impresa, salvo ad essi il valersi dei capitali, esteri di cui potessero abbisognare, accettando le proposte che verrebbero a tal’uopo ad essi fatte.

Finalmente merita encomio la mentita fatta dare a quegli speculatori i quali, nonostante l’avuta ripulsa, aveano osato vantare accordi non esistenti acciò, con questo nobil procedere anche i non sudditi, che potessero da quegli accordi tentarsi a comprare azioni, fossero a tempo avvertiti.


20 novembre 1845



FINE