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toni, sovrani a casa loro, le concessioni in virtù delle quali la società assumerebbe l’impresa, non possano il Direttorio (Vororth)00, come nemmanco la Dieta apporvi ostacolo alcuno di veto.
Un solo caso forse potrebbe esservi per cui un tal veto sarebbe legale; quando le opere da farsi potessero compromettere la neutralità consentita alla Confederazione, e la difesa occorrendo di quella neutralità.
Tranne questo caso, nel presente ordinamento della Svizzera, non sapremmo a modo alcuno ideare altro che imprese cantonali concordanti tra loro per la corrispondenza dell’una coll’altra via, onde avere esercizio e direzione conforme ed unica, non già una sola impresa dal governo centrale data per conto di singoli Stati.
La difficoltà ogni giorno più evidente, d’una maggiorità concorde, e le continue remore che legalmente debbon provare gli affari anche più gravi che non riuniscono la maggiorità, bastano a porgere un’idea del tempo che si consumerebbe in replicate discussioni senza accordarsi tra tutti.
Tra pochi invece, non fosse che per concorrenza ed emulazione, sarà più facile un qualche accordo, che intanto faccia proceder taluna delle ideatet imprese.
Nè pare, infatti, che i Cantoni propendano alle opinioni della Giunta, poiché intanto ordinansi studi, si tentano accordi e si fan concessioni; le quali cose tutte nel sistema della Giunta sarebbero intempestive.
Nè la strada proposta da Locarno al lago di Costanza, nè quella detta centrale che, da Basilea e da Zurigo partendo, attraverserebbe varii Cantoni, tra i quali quelli di Lucerna e Soletta, sembrano avere alcuna qualiotà pericolosa per la Svizzera, chè anzi paiono unicamente dirette ad avvivare le relazioni di buon vicinato tra i varii Cantoni, ad attrarre un aumento di transito mercantile attraverso la Svizzera; a crescerne in sostanza la ricchezza e la prosperità. Non sappiamo quindi vedere alcuna opposizione fondata contro esse.
Premesse queste considerazioni, noi non sappiamo neppure vedere alcun ostacolo possibile alla prosecuzione delle società formatesi nella Svizzera per le nuove strade ferrate, tanto meno per quella che più interessa l’Italia; poiché da essa e dalla parte della Confederazione Elvetica che come italiana si considera, muove attraverso la Svizzera intera sino ai confini di questa colla Germiania. Epperò confortiamo, i governi de’ tre Cantoni a continuare il loro patrocinio all’ideata impresa, come raccomandiamo alla società formatasi per quella a proceder in essa col massimo impegno ed alacrità, se vuole, quando sia compita l’opera, avere un transito abbondante e produttivo. Perocché s’essa opera solo si terminasse dopo le strade che dalla Germania condurranno a Trieste, e dopo quelle che da Marsiglia a Lione poi per l’est della Francia condurranno al Reno ed al Danubio, con esso ormai congiunto, potrebbero stabilirsi altre abitudini commerciali, difficilmente ab-