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bero nel progetto ginevrino più travasi, dovendosi lasciare la strada ferrata per condursi da Ginevra a Morges o ad Onchy sul Lemano; donde con altra strada ferrata a Yverdun; poi da questo punto, passato il lago coi battelli a vapore pei fiumi Thieele, Aar e Reno con navi necessariamente minori.

Se questi varii modi di trasporto sarebbero certamente meno costosi che coi carri lungo le attuali vie ordinarie, la spesa di tutti que’ travasi renderebbe assai tenue l’economia. — Interamente quasi l’annullerebbe poi se si paragonasse alla spesa occorrente per l’altra linea, più breve d’altronde, la quale da Genova andrebbe ad Arona; poi varcato il lago Maggiore andrebbe a Locamo, per proseguir da quel luogo senz’altra interruzione deila via ferrata al lago di Costanza, da cui per altra linea o prima d’esso, per la diramazione di Wallenstadt fino a Basilea.

Ancora; essendo probabilissimo, perchè troppo conveniente e non difficile, il congiungimento d’Arona con Locarno, mercè d’una linea ferrata non impossibile lungo il lago, si comprende che da Genova le merci non avrebbero altro travaso fino a Costanza, e che questa circostanza giunta al detto ben più breve cammino, grandemente nuocerebbe al transito da Genova alla Svizzera per Ginevra, la quale in difetto potrebbe in vece dividerne gran parte, adottando spedienti che riducessero i frequenti travasi, col servirsi meno della navigazione, sostituendovi linee ferrate nell’interno della Svizzera.

Coteste linee; delle quali già abbiamo parlato aversi l’idea, colla diramazione, divisata da Baden (Argovia sopra Arau), pella valle dell’Aar a Berna, quindi a Friburgo, e pel Cantone di Vaud a Losanna ed a Ginevra, sarebbero forse un mezzo di bilanciare il denunciato inconveniente; se non che sarebbe da calcolare bene in prima se il presunto prodotto porgerebbe adequato compenso all’ingentissima spesa di linee ferrate in quelle montuose contrade.

3.° Quanto all’anzidetta linea da Locamo al lago di Costanza di 250 kolometri non interrotti di via ferrata, specialmente quando venissero congiunte lungo il Verbano le linee sarda e svizzera, niuno è che non comprenda come in punto a merci sarebbe quella ina delle vie di più grande importanza; perocché il sicuro passo, nessun travaso, nessuna linea di dogana dai confini dello Zollverein a Genova, farebbero sicuramente preferir quella linea da quante merci di Germania e Svizzera verranno a Genova, e da quest’emporio ne andranno a quella volta. V’ha di più ancora quanto alle merci; niuno è che non sappia l’industria manifatturiera della unione germanica aver grandemente bisogno, come già notammo al capitolo 5.° preallegato del discorso III, d’uno sfogo all’esuberanza de’ suoi prodotti; questo sfogo aver già essa cercato, sprovvista com’è, di scali marittimi convenienti, mercè degli scali del Belgio (Ostenda e Anversa) ed a quello d’Olanda (Rotterdam); aver perciò consentito ai due Stati, olandese e belgico, vantaggi no¬