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Noi, sprovvisti degli occorrenti riscontri, ri asterremo da un giudicio, il quale sarebbe per ora prematuro; ristringendoci ad affermare, che nell’una o nell’altra direzione la speculazione non può fallire, scelta che sia la linea più conveniente; laonde confortiamo i fondatori a proseguire nel concepito divisamento, convinti come siamo dell’utilità d’esso, e della sollecitudine del governo nel favorirlo, accordando una concessione temporanea, osservate pure le sopraindicate cautele.

Dopo aver parlato di queste due linee interne rivolte alla capitale da quella parte dello Stato sardo, bastevoli, a nostro parere, ad accrescerne singolarmente le relazioni personali e di traffico: di due altre, da un’altra parte provenienti, ci resta soltanto a parlare, come possibili all’eventualità d’un già preveduto caso.

Al citato capitolo 5.° del Discorso III preallegato vedemmo col tempo probabile, perchè possibile, e da sufficienti prodotti compensata, una lined diretta tra Torino e Milano, la quale per Chivasso, Vercelli e Novara condoducesse al confine sul Ticino, dove abbiamo presunto non difficile tanto come altrove il congiungimento d’una linea lombarda, che, in fin di conto, ivi arriverebbe pure.

In questo caso sarebbe conveniente una linea minore, la quale da Ivrea per la valle della Dora Baltea venisse a congiungersi alla linea da Torino a Milano verso Cigliano.

Questa linea, che raccoglierebbe molte provenienze della popolatissima provincia del Canavese, e tutte quelle dell’industriosa valle d’Aosta, potrebbe essere d’un prodotto sufficiente forse a compensarne la spesa. Una società si troverebbe probabilmente pertanto, che assumerebbe l’impresa, e sarebbe convenientissimo all’universale interesse di accoglierne la domanda con favore, senza sussidio alcuno però, ed in via temporanea sempre, coll’osservanza, ripetesi, delle suggerite cautele.

La provincia di Biella, dove tanti sono gli opifici, avrebbe pure in quel caso somma convenienza di collegarsi con una linea particolare, alla detta linea prindpale da Torino a Milano, all’incirca verso lo stesso punto, o non molto da esso lontano; ovvero ancora di venire per quella d’Ivrea raggiunta al punto cereduto più conveniente.

Il partito da prendersi in tal caso dovrebb’essere preceduto da accurati studi, i quali chiarissero i punti e le direzioni meno costose e più atte a chiamare un grande concorso alle divisate vie.

Mercè di queste linee interne minori, lasciate, ripetesi, colle volute cautele all’industria privata, gli aviti domìni della real casa di Savoia avrebbero una compiutissima rete di vie ferrate, la quale grandemente ne accrescerebbe l’attività commerciale, e cogli utili d’essa la ricchezza e la prosperità.

Allora può presumersi che l’agricoltura degli ubertosi terreni del Pie-