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mune. Le cose già falle, i comodi già aperti sono il patrimonio, lo strumento di vita per quelli che sono; i comodi da aprirsi e le cose da farsi costituiscono il penso, il patrimonio e gli stromenti di vita per quelli che denno venire. Ed oltre a ciò, proponendo che invece di una sola vi sieno per noi due agevoli vie al mare Mediterraneo, mi premeva di far ricredere gli amici e dimostrar loro ch’io non sono avverso a quel ben inteso progresso di cui voi siete apostolo candidissimo.

Con tutta l’effusione del cuore sono il vostro affezionatissimo

Torino, 11 marzo 1845.

Sauli.


Nota. — Abbiamo creduto conveniente inserire la lettera del nostro amico, quantunque non ci persuada quella sua idea di fare un porto ad Albenga, poiché si hanno su quelle spiaggie nello Stato sardo altri porti già avviati e sicuri; e quantunque neppur si approvino da noi quelli che vorrebbero sostenere convenienti i replicati travasi, e dimostrare chimerico il divisato traforo dell’Alpi.

Sebbene coteste idee siano enunciate forse per celia soltanto, ed al fine di meglio far gradire l’idea più seria d’un avviamento de’ traffici per la diletta sua patria, ora, invero, a men felice condizione ridotta; — e sebbene cotesto spiritosissimo modo di trattare cose gravi, malgrado l’oraziano detto invocato, da tutti non sia approvato; quand’anche suppongasi usato ad arte, come già fu dal Galiani per far penetrare pensieri che altrimenti non potrebbero forse aver adito; sta in fatto che l’opinione del Sauli, posto specialmente a parte il porto d’Albenga coi suoi docks, che il Pallavicini propose a Genova, e non altrove; — e tralasciato anche il canale a conche, sforzo lodevole de’ tempi antichi, oggi men utile e di soverchio dispendio; sta in fatto, ripetesi, che l’opinione del Sauli non è poi nè strana, nè difficile , o di poco pregevole applicazione, come vollero taluni.

Quando dal Varo oltre Nizza al mare, là dove ha confine lo Stato sardo suddetto, una linea ferrata corrispondente con altra, la quale tosto verrebbe di Francia a collegarsi con essa, si continuasse in riva al mare; e superando i varii capi o promontorii, i quali sembrano ostacolo, con non lunghi trafori, venisse fino al piano su cui giace Albenga; — quando da quel punto per la valle che conduce al colle detto di San Bernardo, questo si superasse, come è facile, con non lungo traforo, onde giugnere nella valle del Tanaro, scendendo la quale per Ceva ed Alba s’arriverebbe in Asti alla linea condotta da Torino in Alessandria ed oltre; — quando nella detta valle del Tanaro, là dove in esso entra la Stura, a Pollenzo, superata la conca di questa, salito il vallo, onde vassi alta popolata e trafficante città di Bra, pel pianoro ove questa giace, s’arrivasse a Savigliapo, centro delle relazioni del