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Le direzioni diverse degli accennati trasporti si dividono come segue:
navi | tonnellate | |||
Il Capo, Maurizio e l'Arabia | … | n.° | 211 | 62,22 |
Bombay, Calcutta, Madras e Ceylan | … | " | 437 | 189,915 |
Java, Sumatra e Singapore | … | " | 54 | 20,074 |
Filippine e Cina | … | " | 137 | 58,901 |
Australia ed Oceania | … | " | 124 | 65,89 |
Coteste varie indicarioni di direzione bastano a porgere un’idea della quantità delle navi di lungo corso, che lascerebbero l’attuale strada per battere nuovamente quella antica, passare in vista de’nostri scali, toccarli, fors’anche farvi speculazioni ad esse, come a noi, profittevoli.
Nel 1844 il movimento generale era stato, durante lo stesso semestre, di navi n.° 951 e di tonnellate 368,000.
Sebbene l’aumento sia tenuissimo, la relazione fa osservare che lo sviluppo delle operazioni fu tuttavia colà importantissimo. Dubitavasi che le lusinghe concepite sul traffico cinese avessero soverchiamente incitato ad operar su quel punto. Ma questo dubbio, non s’è verificato, e non è colla Cina che si accrebbero le transazioni dirette, ma per le presidenze britaaniche, come per Maurizio ed il Capo. Osservansi anche aver gran parte le estrazioni del guano dalle isole d’Angra-Pequena.
Gli stati del commercio dd porto di Calcutta pel 1844 fan vedere che le importazioni di quello scalo salirono
al valore di | … | fran. | 162,000 |
in vece di quelle del 1843, salite a soli | … | " | 112,000 |
che le esportazioni furono di | … | " | 234,000 |
mentre nell'anno pri a erano state di soli | … | " | 191,000 |
onde un accrescimento totale di | … | " | 83,000 |
Notasi ancora in quel documento, che pochi sono gli Stati i quali non abbiano grandi interessi in quella parto dell’orbe. Dopo che venne aperto e fatto libero il traffico colla Cina, parecchie potenze, anche di second’ordine, vi han fatte speculazioni cui prima certo non pensavano. — Anversa, Stocolma, Danzica, Hamburgo, hanno spedito negli anni 1844 e 1845 navigli carichi di prodotti belgici e tedeschi.
Trieste, coll’aiuto delle principali case di banco, fonda attualmente una gran società pel traffico coll’India, ed ha deciso di stabilire fattorie ne’ principali mercati asiatici.
Nella presente condizione de’ traffici marittimi della nostra Penisola era naturale che Trieste esordisse nelle novelle speculazioni. Abbreviata la durata loro, col ritorno alle antiche vie, anche gli altri scali italiani, Venezia e Genova specialmente, dove di capitali non s’ha difetto, debbono associarsi al movimento triestino.
L’India, continuasi a riferire, offre ai capitali, ai lumi ed all’attività delle nazioni dell’Occidente un campo che tende a viepiù ingrandirsi, a farsi in certo modo illimitato.