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dano alle necessarie combinazioni, le condizioni di tempo, di luogo e di persone non potrebbero essere migliori.

I governi italiani hanno inoltre tutte le condizioni di libera azione, mediante l’illimitata autorità loro attribuita, che ad essi concede d’operare senza il menomo ostacolo d’opposizione, sicuri ancora d’essere avvalorati dalla concorde approvazione della pubblica opinione.

Ancora; possedono tutti i lumi ed il criterio occorrente per guidarsi nell’opera, con attività, con prudenza, con savio accorgimento.

Il concorso di tanti e sì utili requisiti non può adunque tornar vano.

Le deluse nostre speranze sarebbero un così grande infortunio, che la mente nostra non osa fermarvi il pensiero, nella fiducia in cui vive, che il cielo voglia preservarcene.

In questa lusinga noi teiìniniamo il nostro discorso, ristringendoci soltanto ad alcune ultime dichiarazioni, necessarie a meglio chiarire le nostre intenzioni.

Nel proferir giudicio sul da noi reputato migliore ordinamento delle strade ferrate italiane, non pretendiamo aver promulgata alcuna sentenza assoluta; sibbene crediamo aver esposte quelle opinioni che pel maggior consenso d’uomini pratici de’ luoghi, come degli interessi d’ogni italiana provincia, ci venne fatto raccogliere, valutando le opinioni preallegate con imparziale criterio, scevro d’ogni idea municipale specialmente, e col solo pensiero anzi di promuovere, mercè delle nuove comunicazioni, quella tanto desiderata fusione d’interessi e di tendenze comuni a tutti gli abitanti della Penisola; la quale fusione, non cesseremo dal ripeterlo ancora, tutti debbiamo desiderare, perchè egualmente profittevole ai governanti ed ai governati, a qualunque delle province italiane essi appartengano.

Cotesta sentenza, cbe per l’ultima volta noi proclamiamo col più intimo convincimento d’un animo, mòsso da vera carità di patria, non sarà gradita a coloro che le grette emulazioni del municipalismo pongono a primo fondamento d’ogni speculazione cui s’accingono.