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be a Bologna, passando a Firenze e Pistoia per la via detta della Porretta, lungo le valli dell’Arno, dell’Ombrone e del Reno.

Avrebbe cosi la Toscana per l’Emilia e per la via verso Venezia accesso all’Adriatico, ed altri congiungimenti de’ due mari sarebbero in tal guisa assicurati.

D’altra parte, in Toscana una linea tra Firenze e Perugia per Arezzo potrebbe assicurare le comunicazioni colla bassa Italia; ivi incontrando la linea che sarebbe continuata da Ancona a Roma, seguendo all’incirca la direzione delle strade attuali.

Dalla capitale dell’orbe cattolico una linea potrebbe successivamente venir condotta a Napoli nella direzione riputata più conveniente fra le due che possono scegliersi; e quindi dal grande emporio partenopeo, esso pure scalo all’Oriente, dovrebbe portarsi attraverso i luoghi più popolati del Regno a quel porto dell’Adriatico o dell’Ionio che si crederebbe più spediente fra quelli di Termoli, Manfredonia, Brindisi, Otranto o Taranto, ed anche a due fra essi, onde avere cosi un altro congiungimento dell’Adriatico col Mediterraneo, e scali più inoltrati verso l’Oriente.

Una strada ferrata che dai mari del Nord, in più direzioni, attraverso tutta Europa venisse a varii scali italiani, direttamente corrispondenti col Levante, sarebbe pel commercio universale un tal vantaggio, che resta affatto superfluo tenerne altro discorso per dimostrare cosa di per sè troppo evidente.

Altre volte siffatta impresa sarebbe parsa ad ogni uomo savio un’utopia; ora non ne è più dubbia la possibile realtà, anche per coloro che men sono corrivi a credere alle ideate novità; perocché, dato che siano concordi le volontà che debbonosi accingere all’opera, nè mancano i mezzi per mandarla ad effetto, nè l’arte è insufficiente al bisogno.

Disse taluno che fra qualche anno i gradi dell’incivilimento delle nazioni si segneranno probabilmente sulla scala di proporzione delle popolazioni a’ miriametri delle strade ferrate che quelle possederanno.

Questa sentenza, si aggiunse, che a primo aspetto pare troppo materiale, è però fondata; dacché la materialità in questo caso è