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politico, morale ed economico pei governi e pei sudditi. — Risultare anzi utili sì agli uni, cbe agli altri in sommo grado; — ai primi, perchè, oltre al facilitar loro i mezzi di dominio, nell’accrescere la comune prosperità, aumentano pure quella dell’erario; — ai secondi, perchè, porgendo alla produzione generale un immenso incitamento, fecondano in tal guisa la ricchezza de’ privati, de’ quali moltiplicano i lucri, che ne risulta l’agio universale ed un’evidente pubblica felicità.
Nel quarto nostro discorso, esposte le dottrine fondamentali, ed accennate le varie emergenze de’ luoghi dove quelle dottrine debbonsi applicare: siamo passati ad indicare in quali migliori maniere fosse più conveniente ed efficace accingersi all’ideata impresa d’ordinare in Italia un ben inteso sistema di vie ferrate.
Dopo aver parlato de’ modi di meglio assicurare la pronta, facile e men costosa corrispondenza de1 convogli ne’ continui loro andirivieni sulle varie strade fra esse collegate: siamo passati a lungamente discutere le cautele politiche, economiche, daziarie, di sicurezza ed altre, che tra noi voglioasi usare a tutela de’ molti interessi contrari, se non in sostanza, in apparenza almeno, che si presentano nell’ordinamento in discorso.
Di codeste cautele abbiamo dimostrata la necessità, la somma convenienza, i felicissimi effetti che possono sperarsene; i pericoli ed abusi che, mercè di esse, possono scansarsi, onde meglio conseguire il proposto intento.
Insistendo specialmente sull’abuso riprovevole dell’aggiotaggio, già descritto al capo primo ed al capo secondo, segnatamente al capitolo 8.° di questo: noi, dopo aver confutati tutti gli argomenti con cui taluni pretendono difenderlo od almeno scusarlo, insegnammo con quali regole più efficaci esso potesse prevenirsi e reprimersi, nell’ordinare le discipline relative.
Raccolte così le fila de’ precedenti quattro discorsi, in questo volendo ancora riepilogare, come si è fatto, le esposte discussioni, se ne deduce l’ultima conclusione che segue.
1.° Lq strade ferrate possono e debbono farsi in Italia, dove sono anzi un’urgente ed ineluttabile necessità.
2.° Quando si tralasciasse di fare le strade suddette, lo Stato