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con quella imparzialità di cui ci onoriamo: abbiamo tuttavia riconosciuto giusto ed inevitabile il preso partito; poiché quasi tutte le azioni della società suddetta eransi lasciate andare fuori d’Italia, quantunque in questa parte d’essa non mancassero però mezzi ed intelligenza, per conservarle e mandare a buon fine l’assunto. Terminando, abbiamo esposto il voto che per opera dell’illuminato governo austriaco sia mandata a termine la bella ed utile impresa; dai Veneti con maggiore alacrità, conviene ammetterlo, che dai Lombardi fin qui curata e proseguita; e vengano in quella pur fuse le altre imprese minori, com’è dalla rispettiva convenienza consigliato.

Ancora; abbiamo aggiunto: esser quella occasione opportuna, perchè la rete lombardo-veneta si congiunga a Trieste, onde avere una comunicazione non interrotta di via ferrata con Vienna; — dirigasi inoltre verso i laghi dell’Italia superiore, onde porgere accesso più pronto e più facile ai passi dell’Alpi, che ivi sboccano; — proseguasi verso il Piemonte e Genova, emporio naturale e principale dell’Italia superiore; — sia collegata all’Italia centrale, per Piacenza, Parma, Modena e l’Emilia, diretta per questa ad Ancona, scalo importantissimo, che all’Oriente conduce; — lo sia del pari a Roma da quello scalo, ed alla Toscana per Bologna. Nè abbiamo dubitato d’affermare che quelle ideate direzioni, attesa la ricchezza e feracità de’ luoghi popolatissimi che sarebbero dalle vie ferrate percorsi; e per le relazioni di commercio estero che faciliterebbero coll’intera Europa oltre l’Alpi, e coll’Oriente; come col Nuovo Mondo oltre il mare: promettono all’impresa largo compenso, e certamente le assicurerebbero una prospera condizione, accrescendo intanto la ricchezza, già così ragguardevole, di quelle italiane province.

3.° Brevemente discorrendo della strada triestina; che da quel ricchissimo emporio pei sommi gioghi dell’Alpi, con inuditi sforzi d’ingegno e d’arte debbe condurre all’austriaca capitale, ponendo così l’Italia in relazione colle molte strade germaniche e slave, ne abbiamo dimostrato la somma convenienza pel commercio sì dell’Italia, che dell’Oriente e del Nuovo Mondo coll’intera Lamagna e colle province slave.