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Ricordate coteste generali avvertenze di massima, ci resta ora a richiamare al lettore brevemente le cose dette sur ogni Stato italiano relativamente al nostro assunto.

1.° E cominciando da quello dove fu prima aperta una via ferrata, il regno delle Due Sicilie, delle strade ferrate ivi costrutte ed esercitate parlammo, che da Napoli a Castellamare ed a Nocera de’ Pagani, e da Napoli a Caserta, a Capua ed a Nola vennero indirizzate: quella all’industria privata conceduta; questa in mano di regia azienda conservata. — Giudicando ambe le imprese, le predicammo utili, perciò lodevoli specialmente quando saranno nell’accennato modo compiute e perfezionate.

Passando nel seguito a trattare dei divisati futuri progetti colà surti, e valutandone la rispettiva convenienza, onde assicurare al regno una comunicazione collo Stato pontificio; il congiungimento dei due mari; ed il più facile accesso dall’Adriatico e dall’ionio all’Oriente: abbiamo discusso le varie direzioni proposte, predicandone la rispettiva e relativa utilità; conchiudendo coll’esprimere la lusinga che l’illuminato governo napoletano non ricusi d’attendere al beneficio assunto, col dotare codesta parte essenziale ed estrema della Penisola di quella frazione della rete comune, che debbe al ben inteso ordinamento delle strade ferrate italiane così efficacemente contribuire.

3.° Passando a parlare del regno Lombardo-Veneto, narrammo la storia della strada Ferdinandea, da Venezia a Milano; strada così utile, di tanto profitto sperabile, però da così lamentevoli vicissitudini per le note discordie accompagnata.

La storia quindi abbiamo esposta delle due strade minori pur concedute da Milano a Monza, e da Milano a Como; quella terminata ed in esercizio; questa neppure incominciata, per le seguite discordie anch’essa arenata.

Discusse nel seguito le varie linee proposte, e giudicata la rispettiva convenienza di esse, alcune modificazioni abbiamo suggerite, le quali ci sembrano dover riuscire profittevoli al commercio sì interno, che esterno del regno.

Lamentate le continue gare che condussero allo scioglimento di fatto della società concessionaria della strada Ferdinandea,