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glioramento morale e materiale; renitenza di cui i nemici del progresso, per men retto fine, spesso sanno approfittare con trista abilità, onde far tornar fallita ogni più facile ed utile impresa.

Cotesto miglioramento, quando la nascente generazione sarà veramente educata ed instruita, non solo sarà più facile, perchè cesserà il principale ostacolo ch’or le è frapposto; ma nascerà spontaneamente promosso da quegl’istessi ch’ora gli sembrano avversi.

Che il moderno progresso civile sia conciliabile, anzi interamente consono coi princìpi religiosi e morali, si dimostra da tali argomenti ed autorità, che sarebbe un volere perder tempo e fatica farne qui materia d’ulteriore discorso. Dal quale perciò si prescinde, troppo essendone il maggior numero persuaso, e quanto ai pochi ancor riluttanti ravvisando al postutto inutile combattere opinioni radicate dall’ostinazione, o da men retti interessi promosse.1

  1. Innumerevoli pur sono le autorità degne di massima venerazione che si potrebbero invocare, onde mostrar veramente consono ai princìpi religiosi e morali un ben inteso progresso civile. Ma per amore di brevità, tacendo quelle più antiche, ne piace singolarmente accennare ad una recente fatta di pubblica ragione, che troviamo in un discono veramente utile, detto dal reverendissimo monsignor Losana, vescovo di Biella, zelantissmo promotore appunto di ogni ben inteso progresso civile, sapiente ed illuminato nel procurarlo, predicandolo coll’esempio al proprio gregge ed ai ministri dell’altare suoi dipendenti, cui fa preciso dovere d’associarsi ad ogni miglioramento. Cotesto discorso- fa detto il 31 marzo 1845 in occasione della settima riunione annuale della Società promotrice dell’avazamento delle arti, dei mestieri e dell’agricoltura, ordinatasi in quell’industriosissima provincia, e dall’illuminato e pio, quanto avveduto pastore singolarmente con ogni maniera di aiuti e di consigli favorita e protetta. Reputiamo esser pregio dell’opera nostra, e specialmente opportuno, porgerne un brevissimo sunto. Col coraggio della virtù e di un intimo convincimento, il savio pastore, ricordando nell’esordire i detti di Galileo e di Colombo, persistenti nel voler progredire, malgrado gli ostacoli che suscitarono ad essi l’ignoranza ed il fanatismo, fissa l’oratore la propria attenzione e del colto uditorio sul presente innegabile generale progresso, e lodandolo con parole appropriate,