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Un momento riuscirono là dove le menti più vive più erano soggette a cadere in siffatte illusioni. Ma una circostanza lamentevole, già accennata al capitolo I.° discorso III, la quale gravemente pregiudicò quelle istituzioni di credito, se produsse rovine, riuscì però ad illuminare il buon senso pubblico sulla fallacia delle bandite teoriche. Lo spirito d’associazione ne fu gravemente compromesso: e fu vero infortunio, lo dichiariamo, ma la tabe del giuoco fu anche annullata, e noi, le auguriamo che non si rinnovi più mai.

A Milano ed a Venezia si tentò d’introdurvela nell’esordire dell’impresa della via Ferdinandea, ed anche nel corso delle sue peripezie; ma il buon senso italiano ivi pure, la Dio mercè prevalse.

A Trieste il traffico reale abbastanza occupa da una parte; dall’altra manca l’occasione, quella strada facendosi dal governo.

Nella Toscana, in vece, ed a Lucca, come abbiamo veduto, non mancarono tali occasioni. Se gli speculatori trovarono il paese per più ragioni non ancora preparato a figurare come primo partitante nel giuoco, seppero associarvi l’estero, e le cose sono avviate a segno, che può col tempo, se non si provvede all’uopo, aggiungersi al malanno del lotto quello ancora dell’aggiotaggio; del che preghiamo il cielo venga quell’ottimo e bel paese preservato, mercè della saviezza d’un governo paternale, che ancora è in tempo ad arrestare la funesta tendenza.

    co d'azioni di vie ferrate. Se trovassi qui a fare una speculazione consimile mi vi accingerei, convinto che col mio vantaggio combinerei nelle mie operazioni di credito anche quello del vostro paese.». — A tale dichiarazione noi credemmo dover rispondere al signor De Weltz, non esser questo paese fatto per lui, perché non ancora atto a comprendere gli arcani delle sue miracolose dottrine. — Lo speculatore ci guardava con occhio compassionevole, dicendo: vedo bene che, se voi non mi capite, questo non è luogo ove sianvi affari a trattare. Vi credea più informato delle nostre dottrine. Dette queste brevi parole, ambo ci accommiatammo, il signor De Wells persuaso della nostra ignoranza, e noi contenti, lo confessiamo, di terminare una conferenza che troppo ripugnava a’ nostri princìpi, men progressivi, forse, nel senso dello speculatore, ma a parer nostro più sicuri, e, quel che più monta, più tranquillanti per la nostra coscienza. Abbiamo creduto fosse pregio dell’opera registrare questo fatto.