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Non torneremo pertanto a scanso di ripetizioni su questa indispensabile distinzione. Noi lodiamo, lo dichiariamo nuovamente, la speculazione, e la desideriamo promossa e favorita; solo vogliamo proscritto adunque l’abuso d’essa.

2.° Non si contende che nel principio del secolo, coerente le speculazioni di credito pubblico giovarono a far conseguire quella pace di cui godiamo. Nel contribuire con questa al riordinamento delle finanze di molti Stati, nel consolidarne il credito, quelle speculazioni giunsero a rendere possibile la riduzione dei carichi, che assai gravi pesavano sui popoli. In ciò i banchieri, che allora specularono sui pubblici prestiti, mentre con calcoli previdenti si arricchirono, ad un tempo furono benemeriti della cosa pubblica. — -Lodansi adunque i premii ad essi largiti.

3.° Ma anche in questa materia insieme all’uso nacque pure l’abuso. Imperocché, allettati dalle rapide fortune fatte in quelle speculazioni, sorsero in gran numero altri speculatori, attalchè i traffici sui pubblici debiti degli Stati divennero la principale occupatione dei banchieri, tutti intenti a trasportare dall’uno all’altro debito de’ varii governi i capitali loro, in ragione del maggiore o minor favore del valore al corso delle cedole di essi.

— Allora cominciò l’abuso della speculazione, cioè l’aggiotaggio; — allora le nuove di politica sì interna che estera serviron di mezzo a far alzare o cadere ad arte il detto valore al corso; e quando non si aveano le nuove anzidette atte a produr varia-

    combattere l’aggiotaggio e coloro che vi attendono, onoriamo singolarmente il trafficante che investe i suoi’ capitali in speculazioni serie e reali, tanto lontane dall’avere le conseguenze del giuoco. Agli speculatori adunque, che assumono le imprese di vie ferrate per mandarle realmente ad effetto, non per giuocare soltanto sur esse, non sono indirizzate le nostre censure; ai soli avventurieri che cercano di speculare sul giuoco, e nulla più sono rivolte, siano essi pure facoltosi o no. Ai primi anzi desideriamo buon successo nell’imprese loro, ed è appunto perciò, che abbiamo, suggeritogli assisterle dovunque non fossero sicure, di un anche largo utile, col proporre ai governi la garanzia di un interesse minimo, onde assicurarli da ogni danno. Questo abbiamo voluto notare, onde escludere ogni taccia d’essere avverso agli industriali facoltosi e prudenti, i quali anzi abbiamo in gran pregio, da che li reputiamo parte essenzialissima del civile consorzio.