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Ma ecco un altro argomento d’uomini retti bensì, ma troppo facili a rassegnarsi a que’ mali che suppongono inevitabili.

Sia pure vero, dicon essi, che l’aggiotaggio produca qualche atto immorale; che ne’ casi di speculazioni perdenti esso arrechi rovine private, ed anche danno economico universale; è però un male inevitabile, come tanti altri della presente civiltà: per l’aggiotaggio intanto, se le speculazioni sono felici, grandemente, cresce il capitale nazionale; — per laggiotaggio svegliasi l’operosità dell’universale in sommo grado, e ne nasce una grande attività di traffici, la quale accresce la produzione, e va moltiplicando le facoltà private di coloro che ad essi traffici attendono; — per l’aggiotaggio moltiplicasi all’infinito il giro e rigiro del capitale circolante, ripetendo ad ogni giro il frutto dell’operazione.

Tolgasi con provvedimenti restrittivi questo mezzo di speculazione aleatoria, deriverà l’inazione de’ traffici; e mentre tutte

    tà. Che mai resta all'ultimo compratore? L’esperienza vel dica; non gli resta che il conoscere troppo tardi le infallibili perdite, e spesso una totale rovina. »Adunque il capitale del ceto medio sarà quello che pagherà le spese della partita; andrà soggetto agli sconvolgimenti più o men lontani, ma in ogni caso infallibili, che si preparano ormai nel giuoco delle strade ferrate. Orbene, il governo, dopo un tale sconquasso, venga a negoziare un prestito, e si rivolga al ceto medio, il solo che possa dare i propri capitali in simile congiuntura; egli è certo che difficoltà grandissime, per non dire impossibilità, tosto si presenteranno; e se a ciò si aggiunga un caso di forza maggiore, come sarebbe una guerra imminente, in quali perplessità orribili non troverassi il paese? »Guardando le cose da questo lato, che senza dubbio è il più importante, il più grave ed il più spaventevole, è da dirsi che l’imprevidenza del gabinetto si manifestò nel voto malaugurato della legge del 1842. Noi bramiamo ardentemente che il caso del quale parliamo di sopra, non avvenga; ma è già un immenso torto ed irreparabile l’aver macchiata un’epoca e svilita una società con quanto il giuoco, l’usura e la speculazione, hanno di più orribile e di più scandaloso». Facciasi ancora la parte di un foglio opponente, ed ammettasi pure qualche esagerata declamazione: la sostanza de’ fatti però non è men vera, poichè tutte le corrispondenze dichiarano la denunciata condizione di cose.